19 luglio 2011

La città invisibile



"L’atlante del Gran Kan contiene anche le carte delle terre promesse visitate nel pensiero ma non ancora scoperte o fondate: la Nuova Atlantide, Utopia, la Città del Sole, Oceana, Tamoè Armonia, New-Lanark, Icaria.
Chiese a Marco Kublai: - Tu che esplori intorno e vedi i segni, saprai dirmi verso quale di questi futuri ci spingono i venti propizi.
- Per questi porti non saprei tracciare la rotta sulla carta nè fissare la data dell'approdo. Alle volte basta uno scorcio che s’apre nel bel mezzo d’un paesaggio incongruo, un affiorare di luci nella nebbia, il dialogo di due passanti che s'incontrano nel viavai, per pensare che partendo di li metterò assieme pezzo a pezzo la città perfetta, fatta di frammenti mescolati col resto, d'istanti separati da intervalli, di segnali che uno manda e non sa chi li raccoglie. Se ti dico che la città cui tende il mio viaggio è discontinua nello spazio e nel tempo, ora più rada ora più densa, tu non devi credere che si possa smettere di cercarla. Forse mentre noi parliamo sta affiorando sparsa entro i confini del tuo impero; puoi rintracciarla, ma a quel modo che t’ho detto.
Già il Gran Kan stava sfogliando nel suo atlante le carte delle città che minacciano negli incubi e nelle maledizioni: Enoch, Babilonia, Yahoo, Butua, Brave New World.
Dice: - Tutto è inutile, se l’ultimo approdo non può essere che la città infernale, ed è là in fondo che, in una spirale sempre più stretta, ci risucchia la corrente.
E Polo: - L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, dargli spazio."  (Italo Calvino da LE CITTÀ INVISIBILI)

13 luglio 2011

La città cantiere

Berlin Babylon (2001), il film/saggio di Hubertus Siegert racconta la città-cantiere, anche dal punto di vista degli addetti ai lavori che ne sono protagonisti: da Renzo Piano a Hans Kollhoff e Rem Koolhaas all’assessore responsabile Barbara Jakubeit. Le riprese indugiano su Potsdamer Platz, sulla Lehrter Stadtbahnhof, il quartiere degli uffici governativi e sui dintorni di Alexanderplatz, nella ex Berlino dell’Est, e offrono incredibili prospettive aeree per dare l’idea del gigantesco progetto attraverso cui la città sembra sfidare il passato alla ricerca di una rinnovata identità.

 “Se poi “il nuovo” sia davvero meglio di quanto è stato distrutto è riflessione aperta” – dice Moira Paleari nell’introduzione alla proiezione che cura insieme a Raffaele De Berti. Così come rimane aperta la riflessione sulla memoria culturale della città da preservare e la necessaria quota di distruzione insita nei processi di trasformazione. A dare potenza e profondità alle riflessioni del documentario/saggio di Hubertus Siegert contribuiscono la colonna sonora del gruppo berlinese Einstürzende Neubauten (Nuovi edifici crollano) e la voce dell’attrice Angela Winkle a cui è affidata la citazione di Walter Benjamin dalle Tesi sul concetto di storia: la visione dell’angelo della storia ispiratagli dal quadro di Paul Klee:
“ […] un angelo che sembra in procinto di allontanarsi da qualcosa su cui ha fisso lo sguardo. I suoi occhi sono spalancati, la bocca è aperta, e le ali sono dispiegate. L’angelo della storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Là dove davanti a noi appare una catena di avvenimenti, egli vede un’unica catastrofe, che ammassa incessantemente macerie su macerie e le scaraventa ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e riconnettere i frantumi. Ma dal paradiso soffia una bufera, che si è impigliata nelle sue ali, ed è così forte che l’angelo non può più chiuderle. Questa bufera lo spinge inarrestabilmente nel futuro, a cui egli volge le spalle, mentre cresce verso il cielo il cumulo delle macerie davanti a lui. Ciò che noi chiamiamo il progresso, è questa bufera”.

10 luglio 2011

Benvenuti in NMV

Il progetto NMV è un esempio possibile di un’economia diversa, che va oltre la crisi globale e mette al centro i giovani, il lavoro, la società civile ed un nuovo modello di sviluppo.
Il progetto prevede infatti la riqualificazione della struttura del Mercato coperto comunale di Lamezia Terme Nicastro, della sua piazza e degli ambiti funzionali intorno ad essa, proponendosi di risolvere il ruolo di questo importante impianto d'uso collettivo della città, aggiornando le funzioni contenute nello stesso edificio ed integrando e valorizzando le relazioni con l’ambito urbano circostante.
Nel corso dei secoli nel centro storico si sono insediate e sviluppate importanti realtà commerciali ed artigianali e la loro presenza ha reso questi luoghi di socializzazione e scambio non solo economico, ma anche sociale e culturale. Di recente però, la congestione dell’insediamento urbano ed una poco lungimirante politica urbanistica ha costretto all’allontanamento di tante attività, facilitando la nascita di grandi superfici commerciali extraurbane.
 Queste nuove realtà non hanno proposto però soluzioni innovative nè in termini architettonici nè di funzionalità urbana, caratterizzandosi come una semplice riproposizione unitaria dei tanti negozi di vicinato che per anni hanno contribuito, insieme al Mercato coperto comunale, a mantenere vitale il centro cittadino e che ancora oggi svolgono una funzione sociale significativa nei riguardi della città e dei suoi abitanti.
La centralità dell’intervento prevede di coniugare la tradizionale idea del vecchio mercato coperto e della piazza antistante, con le caratteristiche, le funzionalità ed i vantaggi della contemporaneità, attraverso l’evoluzione stessa della formula mercato, secondo una metodologia già messa in atto in molti centri storici italiani ed europei che punta ad integrare aspetti diversi, da quelli più propriamente urbanistici, architettonici ed ambientali, con le opportunità di sviluppo economico e culturale del territorio.